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Sesso, Sangue, Soldi…

… sono le tre “esse” del giornalismo italiano.

In questo modo si capisce se vale la pena pubblicare una notizia o no. Almeno in Italia, almeno così mi è stato detto nel corso di questo anno e mezzo di pratica giornalistica. E pensare che quando ho cominciato pensavo che bastasse scrivere un articolo usando solo le “cinque doppievù”, come insegna il mondo anglosassone.

Quando scrivo, la prima cosa che faccio è mettermi nei panni del lettore. Rispetto a lui/lei io ho la fortuna di poter assistere a un evento, gustarlo, odorarlo, ascoltarne i suoni e i rumori, vederne tutti i colori e le sfumature. Arrivata a casa mi chiedo, davanti al foglio bianco di word: se fossi io domani a leggere di questa notizia, cosa vorrei sapere? Subito scrivo di getto le prime righe, quelle veramente essenziali, la notizia insomma. E lì seguo la regola delle cinque doppievù. Ho imparato poi a spiegare i retroscena dell’evento, qualche volta ne faccio anche la cronistoria. E, ma solo verso la fine, metto la dichiarazione del politico di turno che, chissà perché, sempre in Italia, sembra essere necessaria. E di cui io non vedo l’utilità, dato che le dichiarazioni a volte fatte di corsa a un cellulare non contengono quasi mai alcun fatto concreto…

La mattina dopo, qualche volta mi è capitato, non trovo il mio articolo: non è stato pubblicato. La redazione ha cambiato idea. Oppure se l’articolo c’è, è stato cambiato, tanto che non mi riesco a riconoscere nelle lettere stampate con vicino il mio nome. “Il tuo pezzo è stato PASSATO, si usa così”: mi dicono che qualcuno, il redattore, l’ha letto e “rivisto o rivisitato” per renderlo conforme alla linea editoriale o tagliando qua e là pezzi che (secondo lui) risultavano superflui. Spesso mi è stata cambiata l’intera costruzione della frase.

E io allora mi chiedo:
“Forse che a un medico, dopo che ha operato, qualcuno gli riapre il paziente e gli rimescola gli organi? Forse che a un avvocato, dopo che ha relazionato in tribunale, qualcuno va davanti al giudice e gli ripete la solita manfrina? O, meglio ancora, forse che a un architetto, dopo che ha costruito un palazzo, qualcuno glielo butta giù e glielo rimonta su due piedi?” Al giornalista questo a volte accade.

Insomma, dopo tanto penare, oggi conosco la linea editoriale del quotidiano per cui lavoro, ormai scrivo un pezzo a occhi chiusi… e mi viene costantemente pubblicato il giorno dopo. Peccato che per il momento il mio lavoro vale una media di 5 euro lordi ad articolo….

Ma non è finita qui. è la redazione che si occupa dei titoli e, spesso carica di lavoro, non riesce a leggere con attenzione gli articoli che mando. Ecco che se il consiglio del Municipio XII ha approvato una discarica sulla Laurentina, il titolo recita: “Secco No ai rifiuti”. E il giorno dopo mi tocca discutere con il politico di turno….

Eppure questo mestiere mi affascina. Lo adoro, mi entra dentro fin sotto la pelle e più giù, nelle mie cellule, molecole, atomi…. lì dove posso vedere tante piccole me che scrivono di me e della mia vita e rimandano le informazioni ai miei atomi, alle molecole, cellule, fino alla mia pelle e oltre il mio corpo… fino al mondo che mi circonda e oltre, fino alla galassia. Perché si, adesso lo so: io sono nata per scrivere e le mie parole rimarranno nei secoli a venire. Questo è il mio obiettivo: scrivere di pace.

E allora ecco che i miei pezzi maciullati, non pubblicati, “passati”, e pagati pochi spiccioli mi fanno sorridere: è il cammino che ho scelto perché le mie parole raggiungano te, e da te passare all’altro che ti è più vicino, per collegare tutto il mondo in un’unica catena di pace.

Perché la quarta “esse” del giornalismo che voglio portare avanti io sta per “Speranza”. Buona lettura.

Francesca Costantino


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3 commenti su “Sesso, Sangue, Soldi…

  1. Allora meno male che c’è Abitarearoma che non ti ha mai chiesto di scrivere di Sesso, Sangue e Soldi; che ti chiede di scrivere per il lettore; che non ti sbaglia i titoli (spero), e che ora con il BLOG ti permette di scrivere proprio su tutto. 🙂

  2. Stamattina avrei voluto leggere questo.. ci sei riuscita, ad immedesimarti in me.
    Complimenti. Ciao, Gloria

  3. e infatti io abitare a roma me lo tengo stretto…. (magari un domani mi pagate pure…almeno x smentire il fatto che vengo pagata solo se scrivo di sesso, sangue e soldi!) 😉

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